Gestione del Bilancio Familiare Parte Seconda


Nella parte prima abbiamo parlato della parte Patrimoniale del Bilancio Familiare, ora inizieremo ad occuparci invece della parte Economica in senso stretto, e cioè quella Reddituale e delle Spese. In gergo corrente di parla di Entrate e di Uscite durante un certo periodo, ad esempio l’anno solare.

In genere è da qui che molti partono, creandosi un primo budget mese per mese, quindi contabilizzando le voci di entrata (stipendi e salari, pensioni, affitti attivi, interessi) e le voci di spesa corrente (casa e bollette, alimentari, auto e trasporti, imposte e tasse, viaggi e vancaze, ecc.). Quelli più bravini riescono anche ad effettuare il confronto tra quanto preventivato e quanto effettivamente incassato o speso nel corso del mese. Questo confronto è importantissimo, molto di più di quanto comunemente si pensi!

Il confronto tra un importo previsto (di entrata o di uscita non importa) e un importo effettivo, cioè misurabile a posteriori, viene detto nella prassi finanziaria aziendalistica: Analisi degli Scostamenti e fa parte della branca, molto più vasta, del Controllo di Gestione (materia peraltro di cui l’autore di questo sito è stato per anni ed è tuttora consulente e specialista…)

Più avanti vedremo quali sono esattamente le relazioni che legano la differenza tra il totale delle entrate e delle uscite durante l’anno, che chiameremo risparmio positivo o negativo (in azienda si chiamarebbe utile o perdita d’esercizio) e il patrimonio netto (differenza tra attività e passività) come già visto nel post precedente (Gestione del Bilancio Familiare Parte Prima).

La famiglia può anche essere guidata come un’impresa, ci riferiamo naturalmente alla gestione delle risorse finanziarie. In altri termini è importante capire che una sana seppur minima programmazione dei flussi di entrata e di uscita serve quantomeno ad impedire sorprese.

Ma per poter far questo due sono le strade: o si hanno doti innate di parsimonia (ma a volte privandosi di beni anche più del necessario), o ci si forma pian piano una mentalità, un metodo, un costume.

Da dove partire?

Generalmente le risorse familiari sono costituite da un’attività lavorativa che assicura entrate periodiche (siano esse di carattere autonomo o da lavoro dipendente o da pensione, quindi con un diverso grado di prevedibilità) oppure da un capitale investito o infine, da un patrimonio da amministrare. Non si scappa.

Ci sono anche le vincite al gioco, un’eredità, una donazione, ma sono, per definizione, imprevedibili e riguardano un numero molto ristretto di persone.

Si può immaginare una strategia di gestione.

Il punto di partenza è semplice: per evitare che alla fine del mese il saldo sia negativo (ossia che le entrate non riescano a compensare le spese e quindi si sia costretti a fare debiti o ad attingere al patrimonio) se non possono essere aumentate le entrate, allora bisognerà cercare di contenere le spese.

La strategia suggerita è semplice, almeno in linea teorica. Certo richiede impegno, scrupolo e anche un po’ di fatica. Ma ne vale la pena, per costringersi a far quadrare i conti con una normale gestione della contabilità.

Vedremo nel prossimo post come sia possibile scaricare gratuitamente dalla rete (per quelli di voi che non l’anno già fatto naturalmente..) esempi e modelli di budget e rendiconti di contabilità personale e familiare in partita semplice.

Questi strumenti sono utilissimi, se vengono adoperati con metodo e costanza e con i giusti accorgimenti e consigli.

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