Mercato titoli primario e secondario


Premessa indispensabile ad ogni discorso sui titoli è ricordare che il mercato di tutti i valori mobiliari si distingue in due grandi comparti, chiamati a svolgere diversi ruoli ed in cui operano diversi protagonisti. Si distingue infatti un:

a) mercato primario o mercato del collocamento;

b) mercato secondario o mercato della circolazione.

Vediamo separatamente le diverse caratteristiche dei due mercati.

Mercato primario

Quando un ente o una società ha bisogno di capitali e decide di ricorrere al mercato mediante emissione di titoli, azioni od obbligazioni, la prima domanda da porsi è: il mercato assorbirà l’emissione? E se sì, a quali condizioni?

Si entra così nella fase più delicata, quella del “design” dei nuovi titoli, che deve essere fatto tenendo conto delle condizioni del costo del denaro, della liquidità complessiva, delle propensioni d’investimento e cosi via.

Collocare nuovi titoli significa piazzare tutti i certificati emessi, ricavando il controvalore stabilito. Ciò avviene appunto sul mercato primario, il mercato in cui si incontrano domanda ed offerta di titoli “nuovi”, nella fase di collocamento.

L’offerta di titoli proviene da enti e società; la domanda proviene sia da investitori istituzionali (banche, compagnie di assicurazioni, finanziarie, eccetera) sia da investitori privati (risparmiatori alla ricerca di occasioni d’impiego del risparmio).

L’emissione di obbligazioni avviene in genere ricorrendo ad un consorzio di banche incaricate non solo di collocare i titoli presso il pubblico (tramite la loro rete di sportelli) ma anche di garantire l’emittente che tutti i titoli saranno venduti, qualunque sia l’accoglienza loro riservata dai risparmiatori.

In questa fase il il consorzio assume “a fermo” (cioè per intero e a condizioni prefissate) le obbligazioni; il pubblico le sottoscrive al prezzo stabilito (pari a quello di cessione al consorzio, più la provvigione, in genere oscillante intorno all’1 % del nominale).

L’emissione di azioni avviene invece normalmente con offerta agli azionisti (che godono il diritto di opzione) che sono chiamati a pagare in contanti i nuovi certificati emessi.

Il mercato primario dunque è:

• costituito da emittenti di titoli nuovi e da sottoscrittori,

• creatore di liquidità a favore dell’emittente grazie alla raccolta di fondi freschi.

Mercato secondario

Quando un risparmiatore ha bisogno di fondi e decide di disfarsi dei suoi titoli non ha che una via: trovare qualcuno disposto a subentrare nel possesso, sborsando un prezzo per acquistarli.

Una delle caratteristiche più positive dei valori mobiliari è proprio quella della loro elevata disponibilità alla circolazione senza eccessive formalità e senza tempi eccessivamente lunghi.

L’unica formalità (imposta dalla legislazione fiscale) è quella di dare un ordine ad un intermediario (una banca, una SIM od un agente di cambio).

Quanto ai tempi, se si tratta di titoli quotati in borsa, il venditore può entrare in possesso del controvalore nei tre giorni successivi alla vendita e alla consegna dei certificati (nel caso di obbligazioni) o nei 5 giorni successivi (nel caso di azioni).

Ciò avviene sul mercato secondario (di cui la borsa e l’espressione più efficiente), il mercato in cui si incontrano domanda e offerta di titoli “vecchi”, già emessi e collocati.

L’offerta di titoli proviene da investitori che ritengono opportuno smobilizzare il loro portafoglio titoli; la domanda proviene invece da investitori che ritengono opportuno acquistare quei titoli per impiegare convenientemente i loro fondi liquidi.

Lo scambio di valori mobiliari e di capitali liquidi avviene tra le due controparti (venditore e compratore) senza alcun intervento dell’emittente, che resta assolutamente estraneo a questo contratto e non trae alcun beneficio, né subisce alcuna perdita.

E in una posizione del tutto neutrale; e d’altronde alle GENERALI poco importa se le sue obbligazioni sono in mano a Tizio oppure a Caio, dal momento che ha a suo tempo ottenuto (magari da Sempronio, originario sottoscrittore) i capitali che desiderava.

La circolazione dei titoli sui mercato, in sostanza, non altera gli equilibri finanziari delle aziende che sono interessate soprattutto a un attivo ed efficiente mercato primario (in quanto è da esso che ottengono i fondi) e non ad un dinamico mercato secondario.

In verità anche gli emittenti hanno tutto l’interesse ad una borsa attiva, in quanto ciò rende più appetibili i titoli (se il mercato secondario languisse come è avvenuto per molti anni diverrebbe, alla lunga, difficile anche il collocamento sul mercato primario).

In sostanza dunque il mercato secondario è:

– costituito da venditori e compratori di titoli vecchi
– distributore di liquidità, trasferita dai compratori ai venditori.

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