La teoria della parità dei tassi di interesse


La teoria della parità dei tassi di interesse muove dal postulato secondo cui due attività aventi le stesse caratteristiche di rischio dovrebbero avere il medesimo rendimento. Se ciò non si verifica, gli agenti economici compiono arbitraggi tra le due attività fino ad eguagliare i rendimenti.

In altri termini, se una attività presenta un rendimento maggiore di quello di un’altra attività avente lo stesso rischio, gli agenti venderanno quest’ultima per acquistare la prima. Essi continueranno a farlo fino a quando i rendimenti saranno eguali.

Applichiamo questa intuizione al mercato dei cambi. Supponiamo che i residenti di un paese abbiano scelto di detenere un’attività remunerata al tasso di interesse nazionale e un’attività remunerata al tasso di interesse estero. Ipotizziamo che in entrambi i casi si tratti di depositi a risparmio a scadenza annuale.

Un dollaro investito in depositi a risparmio remunerati al tasso interno, renderà, dopo un anno, questo ammontare:

1 + r

dove r è il tasso di interesse interno sui depositi a risparmio.

Il medesimo investimento effettuato, però, all’estero, implica un rischio di cambio. Il residente nazionale può comunque trasformare questo investimento in un altro, avente le medesime caratteristiche di rischio di quello nazionale, vendendo sul mercato a termine il valore futuro del suo investimento estero.

Il valore dell’investimento in un deposito a risparmio estero coperto dal rischio di cambio, dopo un anno, è:

Tasso di rendimento estero

dove rf è il tasso di interesse estero; F è il tasso di cambio a termine e S il tasso di cambio a pronti. (I tassi di cambio sono definiti come ammontare di valuta nazionale per unità di valuta estera).

Per vedere come opera l’arbitraggio, supponiamo che il rendimento estero sia superiore a quello interno.

I residenti acquisteranno perciò valuta estera a pronti (per investirla in depositi esteri) e venderanno lo stesso ammontare (aumentato del rendimento da interesse) sul mercato a termine, al prezzo F. Questa attività di arbitraggio assicura che il tasso a pronti si alzi e quello a termine si abbassi. Ciò continuerà fino a che il rendimento (corretto per il rischio) sull’attività estera sarà uguale al tasso di interesse interno. Si ottiene così il teorema della parità dei tassi di interesse:

 

Teorema della parità de tassi di interesse

che si può scrivere anche in questo modo:

 

formula del differenziale tassi di interesse

Questa versione del teorema della parità dei tassi di interesse dice che il differenziale tra i tassi di interesse è eguale al premio (sconto) del cambio a termine. Per esempio, se il differenziale di interesse favorisce la divisa nazionale, questo deve essere compensato da un premio a termine che renda conveniente acquistare valuta a pronti e venderla a termine.

Il teorema della parità dei tassi di interesse espresso nelle ultime 2 equazioni è anche detto parità coperta dei tassi di interesse. La sua validità è confermata empiricamente.

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