Certificati di credito zero coupon bond


I CTZ ( o Certificati di credito del Tesoro Zero Coupon Bond)  sono per il risparmiatore dei veri e propri BOT, ma con la scadenza massima portata a 18 o 24 mesi, che il Tesoro ha creato nel 1995 allo scopo di allungare i tempi di restituzione del denaro ai pubblico.

I CTZ, pur offrendo di fatto la medesima sicurezza del BOT, molto apprezzata dal risparmiatore, possono essere convertiti in liquidità facilmente, essendo il loro valore quotato al MOT – Mercato Obbligazionario Telematico ed inoltre risentono molto poco di eventuali oscillazioni dei tassi d’interesse.

Lo Stato li cede attraverso il meccanismo d’asta (una per la scadenza 18 mesi e un’ altra per quella a 24) agli intermediari finanziari, che poi li rivendono al pubblico in tagli di 1000 euro o multipli.

Come i BOT essi sono titoli al portatore, che non sono stampati ma trattati esclusivamente in forma elettronica.

L’interesse globale che lo Stato paga nei due anni di vita massima di questo titolo è dato dalla differenza tra il valore nominale del CTZ alla data di scadenza e il prezzo di emissione iniziale.

Il guadagno netto che il risparmiatore riceve da questo investimento è dato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita, su cui paga l’imposta a suo carico e le spese dell’intermediario, che sono allo 0,15%, quasi al livello dei BOT.

Essendo titoli di Stato a medio periodo, i prezzi in questione dipendono sia da quanti giorni il risparmiatore possiede il titolo, sia dall’ andamento del mercato finanziario, che in parte influisce sui livelli dei prezzi quotati giornalmente.

Infatti se i livelli iniziale e finale sono fissati durante l’asta, per cui chi detiene il titolo per tutta la sua durata non è sottoposto a rischi di mercato in quanto il guadagno complessivo lordo è fissato fin dall’inizio, chi detiene il titolo per una parte soltanto della sua vita può acquistare e vendere a un livello di prezzo diverso da quello del gradino matematico prima descritto nel paragrafo dei BOT.

La quotazione del CTZ è più bassa del livello del gradino matematico se il tasso d’interesse richiesto dal mercato per possedere quei titoli di Stato è più alto di quello fissato in sede di emissione e, viceversa, è più alta se il tasso d’interesse del mercato è più basso di quello d’emissione.

Il CTZ si rivela un buon titolo per il risparmiatore che si attende, dalle condizioni economiche dell’Italia o dell’Europa un futuro calo dei tassi d’interesse di mercato o un loro ristagno ai livelli correnti, ma che anche non vuole sbilanciarsi comperando titoli con durate troppo lunghe come quelle dei BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) per essere sempre pronto a seguire l’eventuale rialzo del costo del denaro in una fase economica successiva.

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